Per un Pugno di Dollari

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Per un pugno di dollari – Italia/Spagna/Germania Ovest 1964 – di Sergio Leone

Azione/Drammatico/Western – 99′

Scritto da Dmitrij Palagi (fonte immagine: imdb.com)

Un cavaliere senza nome arriva a San Miguel, ritrovandosi nel mezzo tra il confine messicano e quello statunitense, in un paese diviso da due famiglie in guerra tra loro. Da un lato i Rojo e dall’altro i Baxter. Il commercio di alcol ed armi permette ad entrambi di poter assoldare pistoleri di qua e di là dal confine. Il nuovo arrivato decide di offrire la propria pistola ai Rojo, guidati dal temuto Ramón. Nel frattempo due diligenze militari vengono sterminate al confine e l’equilibrio tra le due famiglie di San Miguel pare consolidarsi in una tregua. Se non fosse che il pistolero senza nome non crede nella pace. “Si può amare ciò che non si conosce e in cui non si crede”. Primo capitolo della “trilogia del dollaro”

Non il paese […] i padroni sono ricchi”

Devo ancora trovare un posto dove non ci sia un padrone”

Già, ma quando i padroni sono due, allora vuol dire che ce ne è uno di troppo”

Un atto di amore per il cine​ma​ che si affer​ma​ in modo inaspet​ta​to,​ rego​-​ lando​ buona parte delle produ​zio​ni​ italia​ne​ fino al 1970 (con una secon​da​ fase tesa al ridicolo, che arri​va​ al 1975). Un film che si impo​ne​ all’at​ten​zio​-​ ne di parte consi​de​re​vo​le​ del cine​ma​ mondia​le,​ strappan​do​ agli USA, tem-​ pora​nea​men​te,​ un gene​re​ che era stato defi​ni​to​ “americano per eccellenza” (Jean Louis Rieupeyrout e André Bazin). Le rego​le​ vengo​no​ riscrit​te,​ più o meno consa​pe​vol​men​te,​ capi​ta​liz​zan​do​ film d’imi​ta​zio​ne​ che da molto tempo veni​va​no​ gira​ti​ nel conti​nen​te​ euro​peo​. Una parte consi​de​revole​ del piane​ta​ non sarà più la stessa​. Un punto di inizio​ che rivo​lu​zio​na​ una colon​na​ portan​te​ del cine​ma​ occi​den​ta​le​.

Un atto di amore che decli​na​ varie tradi​zio​ni​ epiche​ in una ride​fi​ni​zio​ne​ atempo​ra​le​ del mito. I classici greci e latini, l’epopea del West, l’eroici giapponese, il quoti​dia​no​ di Goldoni e la dramma​tur​gia​ di Shakespeare. Una recen​sio​ne​ non può esse​re​ un saggio​ e, salvo altri spora​di​ci​ rife​ri​-​ menti,​ le cita​zio​ni​ si devo​no​ ferma​re​ all’e​len​ca​zio​ne​ – oltre​tut​to​ parzia​le​.

Il western attra​ver​sa​ l’Ocea​no​ Atlanti​co​. Le rego​le​ imita​te​ nel Vecchio​ Con-​ tinen​te​ vengo​no​ riscrit​te​ nella Peni​so​la​ italia​na,​ strappan​do​ lo scettro​ al la-​ voro​ che fino ad allo​ra​ era stato prodot​to​ in Germa​nia​.

Si può discu​te​re​ a lungo sull’at​to​ di nasci​ta​ di questo​ capo​sal​do​ che vanta, tra sceneg​gia​tu​ra,​ produ​zio​ne​ e scelta​ degli atto​ri,​ nume​ro​si​ padri auto​pro​-​ clama​ti​ o inco​ro​na​ti​. La leggen​da​ che circon​da​ questa​ produ​zio​ne​ confon​-​ de ogni possi​bi​le​ rico​stru​zio​ne​ chiara​ e sicu​ra​ della gene​si​ del film (alme​no​ ad oggi). Diver​si​ fra i prota​go​ni​sti​ che segne​ran​no​ lo spaghetti-western hanno riven​di​ca​to​ un loro ruolo nella nasci​ta​ di Per un pugno di dollari. Si aggiun​go​no​ infi​ni​ti​ aneddo​ti​ e contra​stan​ti​ dichia​ra​zio​ni​. Spesso​ si perde di vista il film, ceden​do​ alla densa nebbia​ che lo ha accer​chia​to​. Si finisce​ per perde​re​ la passio​ne​.

Inve​ce​ il punto forte è la reazio​ne​ imme​dia​ta​ che riesce​ a susci​ta​re​ il primo western di Sergio Leone, film nato senza alcu​na​ aspetta​ti​va,​ con scarse​ risor​se​ econo​mi​che​ e una non parti​co​la​re​ opera pubbli​ci​ta​ria​. Un colpo di fulmi​ne​ che diffi​cil​men​te​ rispar​mia,​ se non altez​zo​si​ criti​ci​ e chi riget​ta​ il cinema di genere. Meta​fo​ri​ca​men​te​ sareb​be​ più giusto​ parla​re​ di attra​zio​ne carna​le,​ visce​ra​le​ tensio​ne​. Un rappor​to​ simi​le​ a quello​ che crea il “bu- rattinaio con i suoi burattini” (Leone), incen​tra​to​ su ciò che desi​de​ra​ il regi​sta,​ su quanto​ vuole trasmet​te​re​.

Un capo​la​vo​ro​ che nasce come gioco, costrui​to​ nella polve​re,​ anzi​ché​ a ta-​ voli​no​ o nei meandri​ psico​lo​gi​ci​. Molti utiliz​za​no​ baga​gli​ di cono​scen​ze​ ri-​ cerca​te​ per dimo​stra​re​ la mancan​za​ di elemen​ti​ total​men​te​ inno​va​ti​vi,​ tra-​ lascian​do​ la rara effi​ca​cia​ con cui il film è riusci​to​ a creare​ (e conser​va​re)​ la sua figu​ra​ omeri​ca​. C’è una sponta​nei​tà​ in questa​ opera​zio​ne​ che la rende così apprez​za​ta​. Perché​ non dovrei​ mostra​re,​ in duello,​ quello​ che spara in contem​po​ra​nea​ al duellan​te​ che muore? Secon​do​ Eastwood il regi​sta​ ignora​va​ persi​no​ l’esi​sten​za​ di un simi​le​ precet​to​.

L’espe​rien​za​ di Leone con i peplum influi​sce​ sicu​ra​men​te​ su questo​ lavo​ro, tenen​do​ conto che consi​de​ra​va​ gli eroi dell’e​pi​ca​ anti​ca​ greca come pistole​ri​ dell’an​ti​chi​tà​. Sullo schermo​ nasce una sfera auto​suf​fi​cien​te,​ a livel​lo esteti​co​ e narra​ti​vo​. Un sogno comple​to​ in tutti i suoi parti​co​la​ri​ che si mate​ria​liz​za,​ con una combi​na​zio​ne​ fortu​na​ta​ e che potreb​be​ indur​re​ a credere​ nel Fato.

Il film, in linea coi tempi, dove​va​ vesti​re​ panni statu​ni​ten​si​. Così persi​no​ il regi​sta​ diven​ta​ Bob Robertson, omaggio​ al padre Roberto Roberti. Lasciando​ da parte, per un atti​mo,​ il buon Bob resta​no​ elemen​ti​ spesso​ sotto​valu​ta​ti,​ che inve​ce​ sono fonda​men​ta​li​ per il risul​ta​to​ fina​le​. Alla riusci​ta​ di questo​ evento​ cine​ma​to​gra​fi​co​ si affer​ma​no​ su tutti alcu​ni​ perso​nag​gi​. Per primo Clint Eastwood, all’e​po​ca​ alle prese con una serie tele​vi​si​va​ che non appa​ga​va​ comple​ta​men​te​ le esigen​ze​ arti​sti​che​ dell’at​to​re​ già sopra i trent’an​ni​. Nono​stan​te​ le varie storie​ che si susse​guo​no​ su chi avrebbe​ do-​ vuto​ rico​pri​re​ il suo ruolo, conta solo il risul​ta​to:​ un atto​re​ che rive​le​rà​ le sue enormi​ capa​ci​tà,​ anche grazie​ alla liber​tà​ conces​sa​ da Leone ai suoi atto​ri​. Il volto che parla nel silen​zio,​ la capa​ci​tà​ di rende​re​ natu​ra​li​ battu​te​ anto​lo​gi​che​ e la comu​ni​ca​zio​ne​ effi​ca​ce​ del suo corpo. Altro ruolo fonda​-​ menta​le​ è quello​ rive​sti​to​ dalla musi​ca​ di Morricone. 

Pare che ulti​ma​men​te​ il Maestro​ abbia dichia​ra​to​ di non compren​de​re​ il succes​so​ di queste​ sue compo​si​zio​ni,​ rite​nen​do​le​ fra le peggio​ri​ che abbia mai creato​. Spiace​ dissen​ti​re​. La musi​ca​ irrom​pe​ sullo schermo​ con toni la-​ tini,​ echi di musi​ca​ sacra e speri​men​ta​zio​ne​ contem​po​ra​nea,​ impo​nen​do​si​ come carat​te​ri​sti​ca​ impre​scin​di​bi​le​. Altro nome eviden​te​ è quello​ di Gian Maria Volon, carat​te​ri​sta​ di forma​zio​ne​ teatra​le​ che rega​la​ un catti​vo​ shake​spea​ria​no​ (pare avesse​ accet​ta​to,​ il ruolo per pagar​si​ dei debi​ti)​. Per resta​re​ in spazi conso​ni​ a una recen​sio​ne​ tocca evita​re​ di nomi​na​re​ tutti gli altri che hanno contri​bui​to​ in modo consi​de​re​vo​le​. Mi accon​ten​to​ di ag-​ giunge​re​ i nomi di Carlo Simi, che reste​rà​ al fianco​ di Leone per le sce-​ nogra​fie,​ Massimo Dallamano, diret​to​re​ della foto​gra​fia,​ Roberto Cin- quini, con un grande​ lavo​ro​ di montag​gio​ e Franco Giraldi, aiuto regi​sta. Sono nomi che si posso​no​ facil​men​te​ ritro​va​re​ in altri lavo​ri​.

Tornan​do​ a Leone occor​re​ compren​de​re​ anche l’impo​sta​zio​ne​ narra​ti​va,​ machia​vel​li​ca​ e con una logi​ca​ linea​re​. C’è chi ambi​sce​ al pote​re,​ ceden​do​ ai senti​men​ti​ della vendet​ta​ e cade alla mercé di un cava​lie​re​ senza nome, capa​ce​ di sfrutta​re​ l’astu​zia​ di Ulisse ad uso e consu​mo​ dei propri​ calco​li,​ senza la neces​si​tà​ di diven​ta​re​ re (padro​ne)​. Il senso della giusti​zia​ è tut-​ t’altro​ che meta​fi​si​co​. La mora​le​ si abbas​sa​ a livel​lo​ umano, senza negar​si​. La disil​lu​sio​ne​ non cede alla rasse​gna​zio​ne​.

Silen​zi,​ frammen​ta​zio​ne,​ primi piani, atten​zio​ne​ ai parti​co​la​ri,​ montag​gio​ frene​ti​co​. Guardi​ il film e hai l’impres​sio​ne​ che persi​no​ i granel​li​ di polve​re​ siano stati dispo​sti​ secon​do​ un dise​gno​ presta​bi​li​to​.

Nessu​no​ dei prota​go​ni​sti​ pare voler rico​no​sce​re​ al film il suo ruolo mito​lo​-​ gico​ e stori​co​. Così Volon (che anzi pare si vergo​gnas​se​ di ciò che stava facen​do),​ così Eastwood (che pare avere più affet​to​ per Don Siegel), così Morricone. Così la criti​ca,​ come non mai distan​te​ dalla gente. Baste​reb​be​ un mini​mo​ di onestà​ intel​let​tua​le​ per rico​no​sce​re​ quanto​ meno la nobil​tà​ di un film di genere, anzi​ché​ attac​car​si​ alla cate​go​ria​ di successo commer ciale.

Qui si riesce​ a squarcia​re​ l’imma​gi​na​zio​ne,​ affer​man​do​ model​li​ nuovi. Uno di quei punti di frattu​ra​ che la storia​ inse​gna​ esse​re​ un punto di arri​vo,​ non un improv​vi​so​ fulmi​ne​ a ciel sere​no​. Vero quindi​ che non tutto il meri​to​ è di Leone, Eastwood e Morricone. Vero che non è il primo western europeo, e neppu​re​ il primo western italiano. Vero anche che da qui ci si stacca​ da una scia stanca,​ scovan​do​ nuove fonti. La Rivo​lu​zio​ne​ France​se​ è il frutto​ di una lunga affer​ma​zio​ne​ della borghe​sia​. Però la storia​ non sarebbe​ la stessa​ senza un evento​ simi​le​. Siamo umani, abbia​mo​ biso​gno​ di un momen​to​ catar​ti​co​ per il cambia​men​to​. Per un pugno di dollari ci riesce,​ senza volerlo,​ senza cercar​lo​. Come già accen​na​to​ sembra​ quasi una scelta​ del Fato che amalga​ma​ e rende perfet​ta​ la commi​stio​ne​ di elemen​ti​ appa​ren​te​men​te​ sparu​ti​. 

Non si vive di solo Eisenstein.

Al cuore Ramon, se vuoi uccidere un uomo devi colpirlo al cuore.

[Ci sono questio​ni​ impor​tan​ti,​ lega​te​ al plagio,​ alla produ​zio​ne​ e al modo in cui il film conqui​ste​rà​ sempre​ maggior​ pubbli​co​. Per questi​ e altri punti l’impe​gno​ è riman​da​re​ a speci​fi​ci​ arti​co​li,​ laddo​ve​ ci sarà la possi​bi​li​tà]​

Voto: 9

 

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