
Scritto da Francesco Carabelli
Affido alla pagina vuota alcune riflessioni.
Single non per scelta, ma per scelte altrui subite. Certi comportamenti nei miei confronti, da parte della controparte femminile, hanno minato la mia fiducia verso le donne; certo poi ci sono le eccezioni, le amiche che riempiono di verve la vita di tutti i giorni, ma con le quali certo non voglio e non posso andare oltre un rapporto appunto amicale, sereno e disteso.
Tutte le volte che ho sperato che qualcuno si accorgesse di me, o tutte le volte che ho minimamente approcciato l’ipotesi di una relazione, una barriera si metteva sulla mia strada. Essenzialmente come mi riconosco e mi considero, non ero all’altezza delle aspettative del gentil sesso, vuoi perché troppo giovane, vuoi perché troppo vecchio, vuoi perché antipatico o pretenzioso, vuoi perché di destra e non progressista, vuoi perché tendenzialmente credente e non agnostico, vuoi perché fisicamente non sono un granché, non sono appetibile esteticamente e anche cercando di migliorare i lati negativi il risultato era sempre lo stesso. Un bel no, la maggior parte delle volte neanche pronunciato, ma solo velato, fatto intendere come è tipico del gentil sesso, che mai si scomoderebbe a dirtelo chiaramente, ma piuttosto ti fa morire con la sua gentilezza.
Detto questo, non è detto che un domani ipotetico si presenti la donna della mia vita che mi sappia valorizzare per quel che sono, senza pretendere uno snaturamento del mio essere.
Certo viviamo in tempi in cui è vano farsi delle illusioni. Se non vuoi finire risucchiato su qualche pessimo sito di dating, l’unica cosa che puoi fare è aspettare che si proponga l’occasione giusta, anche se ormai a quarant’anni suonati, un po’ di pancetta e la calvizie, le chance sono quasi pari a zero.
Sì, dicono che conti anche un minimo di intelligenza e di savoir faire, ma poi se non piaci, le tue possibilità sono nulle. Ci sarà sempre un tizio più appetibile di te e più furbo, capace di promettere mari e monti e di portare la tua possibile donna in posti esotici dove tu non andresti mai per la tua repulsione a prendere ancora l’aereo, per la tua claustrofobia.
Quindi non si può che mettere il cuore in pace, vivere la propria vita, che poi tanto male non è, e coltivare le relazioni amicali che sono comunque una cosa importante e rara in questo mondo consumistico, dove tendenzialmente, molto spesso, non si ha più cura dell’altro, ma lo si usa per i propri fini, più o meno velatamente.
Si cerca di non finire in queste relazioni usa e getta e di sperare di essere un tantino diversi, o almeno di provarci. Poi gli amici, comunque, alla lunga talvolta si stancano, ma almeno ci si è provato a cercare qualcosa di un po’ più elevato e si rimane comunque col ricordo dei bei momenti vissuti assieme e dei progetti per i quali ci si è battuti, spendendo del tempo e delle energie.
Tutto passa, tutto scorre, ma in un mondo di egoismi un po’ di apertura, un po’ di gentilezza e il coltivare relazioni amicali di dono gratuito, sono un valore che rende diversa la nostra vita e ce la fa apprezzare di più, nonostante tutte le difficoltà entro le quali siamo passati, passiamo e passeremo in futuro.
Spendere del tempo per l’altro, ascoltarlo, fargli sentire la nostra presenza e il nostro supporto sono comunque dei modi per manifestare il nostro apprezzamento verso l’altro e per rendere più lieve il cammino della vita nella comunione di intenti e di sforzi.
Quante volte un nostro amico ha bisogno di noi, magari perché malato o impossibilitato a fare delle cose che per noi sono la routine. Certe volte noi possiamo essere le sue mani o le sue gambe, se vogliamo vivere questa amicizia e non rifiutarla o trincerarci nella nostra pigrizia e nel nostro egoismo.
E allora, anche se non abbiamo un amore, se non abbiamo una ragazza che riempia le nostre vite e le renda diverse, abbiamo tante conoscenze, tanti amici, tante occasioni per maturare e diventare altri, per cambiare e non rimanere chiusi in noi stessi e nei nostri problemi quotidiani, che talvolta, vissuti da soli, sembrano insormontabili, ma che nel momento in cui ne parliamo con un amico, diventano superabili, perché lui ci può dare un suggerimento o ci può spronare a vedere le cose da un’altra angolazione o sotto un’altra luce che non avevamo considerato in un primo momento o che ci sembrava non essere la soluzione migliore.
Come sempre ci si affida e si spera che poi le cose col tempo cambino, visto che si è rimasti scottati più di una volta e non si ha neanche più la voglia di mettersi in gioco perché tutto sembra già visto e già provato.
Ti dicono che devi cambiare, che devi essere più responsabile, più proattivo; tutti paroloni che nascondono il mero egoismo di chi parla e la volontà di trincerarsi nella routine, perché loro non sono mai cambiati, sono rimasti sempre gli stessi perché si sentono nel giusto, perché tutti fanno così, perché la società impone di pensare e comportarsi così, perché sono stati educati a pensarla in quel modo e non hanno l’umiltà di confrontarsi e di cambiare qualche volta anche loro e provare sulla loro pelle le difficoltà che con il loro comportamento ti hanno fatto passare, solo perché non corrispondevi ai loro chiusi canoni estetici o morali o di comportamento.
Magari inizieranno a riflettere e a farsi delle domande serie su di loro e sul loro destino ultimo e inizieranno a capire qualche cosa di più su loro stessi e il mondo in cui vivono.
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